TRADIZIONE CONFERMATA
A Bari la squadra di Baldini ha messo in mostra i frutti del vivaio: Angella, Vinci e Musacci protagonisti
Empoli, piccoli campioni crescono
EMPOLI - Piccoli campioni crescono. E crescono bene, anche se Gabriele Angella, Alessandro Vinci e Gianluca Musacci, grandi protagonisti della cocente delusione procurata agli oltre cinquantamila baresi accorsi l'altra sera al “ San Nicola”, hanno faticato oltre il giusto quest'anno per mostrare a tutti di che panni si vestano.
Ma visto che la classe non è acqua, ecco che i tre virgulti, rigorosamente cresciuti nelle giovanili azzurre, alla fine il loro spazio sono riusciti a conquistarselo.
Oltretutto senza polemiche o gomitate, ma solo in virtù di un impegno quotidiano senza eguali, grazie al quale si sono fatti trovare pronti ogni volta che Silvio Baldini abbia inteso metterli in squadra.
Gabriele Angella è il più giovane dei tre, visto che ha compiuto vent'anni proprio una settimana fa. Nato centrocampista, era poi arretrato al centro della difesa per una felice intuizione di Ettore Donati, mister della Primavera. E il ragazzino si è subito adattato al nuovo ruolo, proponendosi fin da luglio come una possibile alternativa ai numerosi pari ruolo, forte dei suoi piedi buoni, di un efficace gioco aereo e di una intelligenza tattica sorprendente in uno della sua età. Qualità emerse già in più occasioni, ma certo esaltate da una serie di interventi precisi e puntuali dei suoi centonovanta centimetri e passa contro quella “scheggia” impazzita del barese Paulo Vitor Barreto, assai più piccolo e di quattro anni più grande di lui.
E nella serata della festa rovinata al super Bari di Antonio Conte al fianco di Gabriele Angella c'era Alessandro Vinci, ventidue anni da compiere ad agosto, che a differenza dell'altro, dopo le esperienze in Primavera, era andato ad assaggiare il duro pane dell'allora C2, prima al Cuoiocappiano e poi al Melfi. In verità Silvio Baldini aveva creduto subito in lui, schierandolo alla prima di campionato contro il Brescia, lasciandolo subito in disparte però, anche a causa di qualche piccolo infortunio. Ma dalla sua ha avuto la buona sorte di essere l'unico terzino destro di ruolo, secondo l'antica terminologia, nella pur ricchissima rosa azzurra, per cui alla fine, anche grazie a prestazioni importanti - una per tutte quella in Coppa Italia in casa della Sampdoria - ultimamente si è ripreso una maglia da titolare e l'altra sera si è permesso non solo di oscurare la stella Guberti, ma di essere l'unico dei due ad impegnare, e severamente, il portiere avversario. In coppia con Antonio Buscé ha costruito una diga insuperabile sulla corsia di destra, non solo difendendo, ma anche salendo spesso e volentieri in attacco.
A pochi passi dai suoi due ex compagni di Primavera chi meglio di Gianluca Musacci, ventidue anni da un mese, a far da frangiflutti contro le violente ondate baresi? Centrocampista dai piedi buoni e dall'intelletto fino il viareggino e ormai empolese d'adozione - è arrivato in azzurro da piccolo allontanandosi solo per pochi mesi passati nella Massese in C1 - è da tempo qualcosa di più di un progetto di campione, bravo nell'abbinare la sua voglia di costruire gioco con una grande attenzione alla fase difensiva, visto che a Bari è stato lui il più assiduo nel chiudere ogni spazio ai tagli di Kutuzov e Barreto. Risultato non da poco nella bolgia barese.
Antonio Bassi/atc
Corriere dello Sport
Valdifiori, Marzoratti Pozzi e Kokoszka: le speranze azzurre
EMPOLI - Chiamatela pure 'la banda dell’86, ma non pensate che il numero nasconda strani significati. Ricorda solo l'anno di nascita di quattro azzurri che si stanno rivelando sempre più preziosi nella corsa dell'Empoli verso i play off. Il più vecchio - si fa per dire - è Mirko Valdifiori, nato alla fine di aprile di quell'anno. Arrivato dalla Prima Divisione, si è presto ritagliato buoni spazi nella manovra disegnata da Silvio Baldini che, dopo averlo impiegato da mediano, gli ha affidato l'angolo a sinistra del rombo di centrocampo, chiedendogli di dare una mano a chi difende e di cercare qualche incursione in avanti, compito che pure a Bari ha svolto con dedizione infinita. Il secondo della 'banda' è Nicola Pozzi, che farà 23 anni a fine giugno. I due giocavano insieme negli Allievi del Cesena, poi le loro strade si sono divise, per ricongiungersi proprio in un Empoli che conta molto sulla fantasia del primo e sull'abilità del secondo, già arrivato a nove gol nonostante sia partito in ritardo dovendo recuperare dal doppio intervento a ginocchio e spalla. Il terzo del gruppo è Lino Marzoratti, nato a metà ottobre, divenuto un vero e proprio jolly del reparto difensivo, visto che lui, nato centrale, ha giocato spesso e volentieri a destra e un paio di volte - compresa l'altra sera - anche a sinistra, cavandosela egregiamente. E se questi tre ora stanno giocando con continuità, c'è un altro della 'banda' che ha regalato buoni contributi in vari momenti della stagione e che ora sta recuperando da un infortunio che lo ha costretto in infermeria per diverse settimane. Lui è è Adam Kokoszka, nato in Polonia il 6 ottobre, naturalmente dell'86. Ieri per la prima volta si è allenato con i compagni mostrando di essere assai vicino al rientro. Quattro giovanotti di belle speranze dunque e un solo motto che li accomuna: « Sabato dobbiamo assolutamente battere l'Ascoli 'vendicando' il ko dell'andata. Poi penseremo alla trasferta in quel di Mantova ». Non c'è che dire: Silvio Baldini, fautore della teoria dei piccoli passi, li ha catechizzati a dovere.
Antonio Bassi/atc
Corriere dello Sport