codice genesi

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kopesh
00mercoledì 7 settembre 2005 00:41
Ho appena finito di guardare voyger in televisione, dove hanno parlato del codice genesi. Basandosi su un complesso modello matematico è possibile formulare previsioni e verificare avvenimenti accaduti come l'attacco alle torri gemelle.

Qualcuno ne sa di più?

Nella stessa trasmissione hanno anche parlato di un semplice programma accessibile da qualsiasi utente o pc, in grado, utilizzando il modello matematico di cui sopra, di estrapolare informazioni e/o previsioni.

Qualcuno ne sa qualcosa?
xscramble
00mercoledì 7 settembre 2005 09:06
Io non ne avevo mai sentito parlare ma mi ricorda tanto la "psicostoria" di Hari Seldon nel ciclo delle fondazioni di Asimov.....

ciao
xscramble
xxcontattoxx
00mercoledì 7 settembre 2005 11:38
eventi imprevedibili e scienza del caos..

..ancora una volta Voyager toppa alla grande con assurde ipotesi.
Devil010
00mercoledì 7 settembre 2005 13:44
re:
anche io mi sono visto voyager... davvero interessante... ora provo a vedere su internet se riesco a scaricare quel programma... poi semmai ti do il link
IWTB
00mercoledì 7 settembre 2005 20:08
se è per questo tutta la storia militare usa era stata prevista da... un gioco di carte, che ovviamente non ha mai visto la pubblicazione... attacco alle torri gemelle incluso, quest'ultimo previsto anche in un tv movie americano del '99. Non credo che per prevedere attacchi o quantaltro ci voglia un modello matematico...

...se esistesse roba del genere il meteo non fallirebbe mai....e invece [SM=g27962]
kopesh
00giovedì 8 settembre 2005 01:17
Perchè siete così scettici?
Quindi secondo voi la RAi ha pagato un botto di quattrini per mettere in giro un sacco di balle?

magari Nostradamus a più credito della bibbia

Kopesh
xxcontattoxx
00giovedì 8 settembre 2005 11:26
la rai paga un botto di soldi per assicurarsi uno spettacolo degno di spettatori che lo seguono aumentando lo share...

...certamente...
Ironbeast
00giovedì 8 settembre 2005 19:24
Non ne avevo mai sentito parlare...
Avete link a riguardo?
Devil010
00venerdì 9 settembre 2005 16:40
avete il link dove posso scaricare quel programma che parlavano su voyager... che dicevano che anche noi potevamo cercare questo codice genesi coi nostri pc...
kopesh
00venerdì 9 settembre 2005 17:55
sembra che si tratti di un prgramma facilmente reperibile in commerico.

è vero che la Rai paga, ma è possibile che paghi per mettere in onda un sacco di scemenze?
Voglio dire che allestire un programma televisivo impostato su delle "bugie" richiede oltre che un bel po' di soldi una grande organizzazione per rendere credibile ciò che propina.
Non è più semplice realizzare un documentario sulla riviera ligure?

Kopesh
Ironbeast
00venerdì 9 settembre 2005 18:04
Re:

Scritto da: Devil010 09/09/2005 16.40
avete il link dove posso scaricare quel programma che parlavano su voyager... che dicevano che anche noi potevamo cercare questo codice genesi coi nostri pc...


Non mi convince molto il programma..
Devil010
00venerdì 9 settembre 2005 18:40
qual'è il nome del programma del pc che hanno detto su voyager che me lo voglio scaricare
kopesh
00venerdì 9 settembre 2005 19:49
non ne ho idea.
Allego questo link dove sono indicati diversi libri che trattano l'argomento.

Kopesh

http://www.ricercando.biz/codice+genesi.html
Ironbeast
00venerdì 9 settembre 2005 20:36
Mi sembra strano che da un codice si possano ricavare previsioni...
IWTB
00venerdì 9 settembre 2005 20:58
Re:

Scritto da: Ironbeast 09/09/2005 20.36
Mi sembra strano che da un codice si possano ricavare previsioni...



un codice non significa 123456abcdef, è (dovrebbe) essere un modello per predire (predire non significa essere certi) eventi, semplicemente come accade con il meteo.
Ironbeast
00venerdì 9 settembre 2005 23:19
Mi fido di più del fegato degli animali![SM=g27972]
principe bambino
00sabato 10 settembre 2005 00:56
un articolo a favore...


tratto da http://www.informareonline.it/codicesegretonel.html





Un codice segreto nella Bibbia

Nel XVIII secolo un certo Gaon di Vilna scriveva: "La regola vuole che tutto ciò che era, che è e che sarà fino alla fine dei tempi sia contenuto nella Torah, dalla prima all'ultima parola... fino ai dettagli di ogni specie e di ogni individuo". Isaac Newton, l'uomo a cui si deve la scoperta della forza di gravità e lo studio sulla meccanica del sistema solare, trascorse parte della sua vita in uno studio che riteneva essere il più importante di tutti. Egli era convinto che nella Bibbia vi fosse un codice cifrato contenente una profezia sul futuro dell'umanità, pertanto imparò l'ebraico e si mise alla ricerca del codice. La morte colse il grande scienziato mentre ancora tentava di "decifrare l'enigma degli eventi passati e futuri, divinamente preordinati". Più di cinquanta anni fa un rabbino di Praga, Weissmandel, si accorse che saltando di 50 lettere in 50 lettere, sia nel Libro della Genesi che in quello dell'Esodo, dei Numeri e nel Deuteronomio, emergeva la parola Torah, il nome della Bibbia, o meglio dell'Antico Testamento nella sua lingua originale. Ciò che entrambi gli studiosi non hanno raggiunto è stato ottenuto nel '92 dal matematico israeliano di fama mondiale Eliyahu Rips, il quale ha potuto avvalersi di uno strumento determinante: il computer. Per trovare il codice, Rips è partito dalla più ancestrale versione dell'Antico Testamento nella sua lingua originale e l'ha inserita al computer eliminando tutti gli spazi che separano le parole.

La Bibbia è così diventata un'unica stringa di 304.805 lettere, senza soluzione di continuità. Secondo i saggi antichi Mosé aveva ricevuto le sacre scritture proprio in questo modo, senza soluzione di continuità tra le parole. Questo continuum di lettere viene poi analizzato dal computer in ogni possibile sequenza di salto. Si chiede quindi al computer di cercare una parola. L'elaboratore verifica se essa compare e con quale sequenza di salto, quindi ricompone una nuova "Bibbia", con quella sequenza, nella quale cercare altre parole collegate. Rips, che ha messo a punto la chiave di lettura del codice con l'aiuto del fisico israeliano Doron Witztum, lo ha verificato con i nomi di 32 saggi famosi nel mondo, dai tempi biblici fino ai giorni nostri, in associazione con le loro date di nascita e di morte. Come raffronto i due israeliani hanno effettuato la stessa ricerca nella versione in ebraico di "Guerra e Pace" e in altri due testi ebraici. Nella Bibbia i nomi dei saggi e le rispettive date di nascita e di morte erano cifrati insieme, negli altri tre testi no. La probabilità di trovare 32 nomi con 32 date di nascita e di morte cifrati insieme per puro caso era di 1 su 10 milioni. Rips e Witztum, ai quali si aggiunse anche un altro studioso, Yoav Rosenberg, inviarono i dati dell'esperimento alla rivista di matematica Statistical Science e l'esperimento superò l'analisi delle tre commissioni scientifiche previste dalla rivista. Il modello matematico era coerente e superava di gran lunga la più rigorosa norma statistica che prevede di escludere il "caso" (che è di 1 probabilità su 1.000) ed il lavoro fu pubblicato. Harold Gans, esperto decifratore in forza alla National Security Agency americana, un uomo che ha trascorso la vita ad inventare e decriptare codici per i servizi segreti USA, avuta notizia delle ricerche dei due israeliani, elaborò un proprio modello matematico per dimostrare che la teoria del codice nella Bibbia fosse un bluff. Con sua grande sorpresa Gans si ritrovò a confermare ciò che voleva smentire: non solo trovò i nomi dei 32 saggi + altri 34 di sua elaborazione e le loro date di nascita e di morte, ma trovò addirittura che per ogni saggio vi era criptata anche la sua città natale. Il giornalista investigativo Michael Drosnin, che vive e lavora a New York per testate prestigiose come il Washington Post ed il Wall Street Journal, con un'indagine durata 5 anni, durante i quali sono stati interpellati esperti matematici di tutto il mondo, ha esaminato la scoperta degli israeliani, ha studiato il codice ed è giunto alla pubblicazione del libro "Codice Genesi" (ed. Rizzoli, L. 29.000). Tra gli eventi trovati nella Bibbia spiccano alcuni casi clamorosi. Rips ha trovato la data di inizio della Guerra del Golfo, associata al nome "Saddam Hussein" e alle parole "missile", "guerra", "fuoco" e "nemico", tre settimane prima dell'inizio della Guerra stessa. Rips e Drosnin hanno trovato il nome "Yitzhak Rabin" associato alla frase "assassino che commetterà omicidio" un anno prima dell'assassinio di Rabin (lo hanno inutilmente comunicato ai Servizi Segreti e al Premier) e, dopo il delitto, hanno scoperto che nella stessa "videata" erano criptati anche il nome "Amir" con la dicitura "nome dell'assassino" e l'anno della morte. Il tutto codificato migliaia di anni fa in modo tale da poter essere decifrato solo con l'uso del computer e solo sapendo cosa cercare. La Bibbia contiene nomi ed eventi avvenuti a migliaia di anni dalla sua stesura... un dato matematico in stridente contrasto con la logica, anche perché chi ha criptato un testo segreto nella Bibbia in modo da essere decodificato solo con il computer, più di 3.000 anni fa deve aver usato un computer e deve in qualche modo aver conosciuto il futuro o i possibili futuri del mondo... non solo a livello generale, ma anche nel particolare di nomi, date e città... il che costituisce un rompicapo oltremodo affascinante. La Bibbia sarebbe quindi un testo interattivo contenente miliardi di informazioni, fra cui anche cose come "Newton" criptato con "gravità", "Edison" con "elettricità" e "lampadina", "Einstein" con "scienza", "capovolse", "comprensione nuova ed elevata". Vi compare anche la parola "computer" criptata con "chiudere le parole e sigillare il libro fino al momento della fine" un momento che per il codice della Bibbia, è iniziato nel 1996 ma che può essere interrotto e cambiato in quanto: "Olocausto atomico", "alla fine dei giorni", "codice salverà".
principe bambino
00sabato 10 settembre 2005 00:57
...e uno contro!


Tratto da http://italiano.skepdic.com/codicegenesi.html


CODICE GENESI (O CODICE DELLA TORAH)

Il “Codice Genesi” (o Codice della Torah) è un codice che si sostiene sia stato intenzionalmente integrato nei testi della Bibbia, individuabile ricercando particolari sequenze di lettere equidistanti. Ad esempio, partendo da una lettera qualsiasi, possiamo prendere in considerazione solo le lettere n-esime nel testo, ovvero le lettere spaziate a intervalli regolari di n caratteri, esclusi gli spazi fra parole. Se si setaccia secondo tale schema un intero libro biblico, come la Genesi, il risultato è naturalmente una lunghissima successione di lettere. Cambiando la lettera iniziale e il parametro “n” si possono generare svariate successioni di questo tipo. Si immagini di avvolgere una simile serie di caratteri attorno ad un cilindro, in modo che esse possano essere tutte evidenti; quindi si appiattisca il cilindro per rivelare diverse file di lettere, con colonne di uguale lunghezza, eccetto forse l’ultima che potrebbe essere più corta di tutte le altre; infine ci si metta alla ricerca di nomi significativi in corrispondenza di date. Da notare che la ricerca attraverso disposizioni geometriche di lettere può essere effettuata orizzontalmente, verticalmente, diagonalmente, o secondo qualunque altro schema vogliate! Un gruppo di matematici israelliani ha fatto esattamente questo, ed essi sostengono di aver trovato moltissime corrispondenze quando si sono messi a cercare nomi in corrispondenza di date di nascita o morte. Doron Witztum, Eliyahu Rips e Yoav Rosenberg hanno pubblicato la loro scoperta sulla rivista scientifica Statistical Science (1994, vol.9, n.3, 429-438) col titolo “Equidistant Letter Sequences in the Book of Genesis”. Il commento del direttore editoriale della rivista fu:

“Quando gli autori hanno fatto ricorso ad un test di randomizzazione per verificare quanto raramemente le disposizioni trovate potrebbero prodursi per pura casualità hanno ottenuto un risultato altamente significativo, con probabilità p=0,0000016. I nostri revisori ne sono rimasti stupefatti: le loro posizioni iniziali erano che il Libro della Genesi non potesse contenere riferimenti a personalità attuali, ma quando gli autori hanno compiuto ulteriori analisi e controlli l’effetto ha semplicemente mantenuto la sua validità.”



Ovvero, la probabilità di ottenere quegli stessi risultati era di sedici su un milione, o di uno su 62.500. Gli autori affermarono: “L’analisi per randomizzazione dimostra che l’effetto è significativo a livello di 0,00002 [e] che la affinità delle sequenze di lettere con significati corrispondenti nella Genesi non è dovuta solo al caso.” Harold Gans, ex criptologo al Dipartimento della Difesa USA, riprodusse lo studio degli israeliani e lo confermò nelle conclusioni. Witztun successivamente dichiarò che secondo i calcoli la probabilità di ottenere simili risultati per puro caso era di uno su quattro milioni. Tuttavia recentemente ha cambiato idea e la sua stima è passata a p=0,00000019 (ovvvero uno si 5,3 milioni). Jason Browning, scienziato creazionista, afferma che i primi cinque libri della Bibbia contengono disposizioni occulte di parole che sono state “matematicamente dimostrate impossibili da ottenere per puro caso.” Browning tuttavia non cita chi possa aver condotto i calcoli del caso per suo conto.

Ad ulteriore dimostrazione della attendibilità statistica dei loro risultati, gli isrealiani analizzarono la versione ebraica del Libro di Isaia e i primi 78.064 caratteri di una traduzione ebrea di Guerra e Pace di Tolstoy. Essi trovarono ancora numerosi nomi in stretta associazione a date di nascita o morte, ma i risultati furono statisticamente poco significativi (la versione della Genesi impiegata nel loro studio conteneva esattamente 78.064 caratteri).

E che può significare tutto questo? Per alcuni significa che le disposizioni di parole nella Genesi sarebbero intenzionali e che Dio stesso è l’autore primo del codice. Se è vero, il Libro di Isaia e qualunque altro testo biblico che non superi la prova delle sequenze di lettere dovrebbero essere ignorati d’ora in poi?? Dovremmo forse concludere che queste statistiche dimostrano la pretesa degli Ebrei di essere il popolo eletto di Dio, o che nessuno altro nome dovrebbe essere aggiunto alla lista delle persone importanti di Israele, a meno che non superi il test delle sequenze di lettere equidistanti? A meno che altre religioni non riproducano risultati statisticamente cos improbabili a partire dai propri testi, l’occultista dalle propensioni matematiche potrebbe anche considerarle delle imposture teologiche. Dovremmo forse dedicarci alla traduzione in ebraico di tutti i libri sacri di tutte le religioni per verificare quante personalità di spicco vi sono citate in codice? Molti semplicemente non hanno la minima idea di cosa pensare di simili sorprendenti giochi matematici.

Un computer può davvero leggere la mente di Dio?? Apparentemente sì, poiché secondo la teoria Dio avrebbe dettato nella sua lingua d’adozione (l’ebraico) un insieme di parole più o meno comprensibili, contenenti storie di creazione, diluvi, guerre fratricide, miracoli e altro ancora, compresi molti messaggi moraleggianti. Ma questo dio ebraico avrebbe scelto le proprie parole con cura, codificando nella Bibbia anche profezie e messaggi assolutamente di nessun valore religioso.

Molti non sono affatto particolarmente meravigliati. Alcuni “scienziati creazionisti” cristiani sostengono che il codice biblico sia la prova scientifica dell’esistenza di Dio. Se hanno ragione, dovrebbero tuttavia convertirsi al giudaismo. Doran Witztum non lo può fare, essendo già ebreo, ma ha portato il lavoro compiuto sulla Genesi ben oltre le idee dei suoi stessi colleghi. Alla televisione israeliana egli ha affermato che i nomi dei campi minori su una mappa di Auschwitz sembrano notevolmente vicini alla frase “in Auschwitz”. Le probabilità che ciò avvenga per caso sarebbero una su un milione. Alcuni suoi studenti hanno effettuato i calcoli e annunciano che il loro mentore si sbaglia per un valore 289.149! L’abilità matematica di Witztum potrà non essere all’altezza delle sue buone intenzioni, ma è arduo capire quali possano essere tali intenzioni. Dio voleva forse curiosamente svelare che i campi secondari di Auschwitz erano proprio ad Auschwitz??

Michael Drosnin e tutti gli appassionati del suo famoso libro, The Bible Code, sostengono che decodificare la Bibbia possa condurre alla rivelazione di profezie e profonde verità di importanza secolare, non tutte delle quali sono state già rivelate agli ebrei. Secondo Drosnin la Bibbia è il solo testo in cui simili frasi in codice vengono riconosciute in uno schema statisticamente significativo, e la probabilità che tutto ciò sia frutto di casualità è inverosimile. Ricorrendo all’analisi delle sequenze di lettere equidistanti, Drosnin ci fa notare che l’assassinio di Rabin era predetto nella Bibbia, insieme a quelli di Sadat e di Kennedy. Alla fine qualcuno ha trovato un utilizzo veramente utile per i computer: compiere analisi sequenziali di lettere nei testi biblici, alla ricerca di messaggi secolari occulti. Nostro Signore doveva decisamente apprezzare l’enigmistica!

Ma non tutti concordano con l’ipotesi di Drosnin, come Harold Gans, il crittologo del Dipartimento della Difesa americano, ormai in pensione, che appoggiò il lavoro di Witztum, Rips a Rosenberg. Gans ha pubblicato una dichiarazione in merito a The Bible Code e altri libri del genere. Ne riportiamo un estratto qui di seguito:

“Nel libro si sostiene che i codici della Torah siano utilizzabili per predire il futuro. Ciò è assolutamente infondato. Non vi è alcuna base scientifica o matematica a sostegno di una simile affermazione, e il ragionamento seguito per giungere a una conclusione del genere nel libro è chiaramente in errore. Se è vero che certi eventi storici sono stati dimostrabilmente codificati nella Genesi in vari schemi, non è invece assolutamente vero che ogni configurazione del genere di parole “codificate” rappresenti necessariamente un potenziale fatto storico. Di fatti è vero esattamente l’opposto: la maggiorparte di tali configurazioni saranno piuttosto casuali e si incontreranno in qualunque testo di sufficiente lunghezza. Il Sig.Drosnin sostiene che la “sua” predizione dell’assassinio del primo ministro Rabin sia una “prova” che col Codice Genesi si possa prevedere il futuro. Ma un solo successo, non importa quanto spettacolare, o anche altre fortunate predizioni del genere, non dimostrano assolutamente niente a meno che non siano proposte e valutate in condizioni attentamente controllate. Ogni scienziato che si rispetti sa che le evidenze aneddotiche non sono mai prova di niente. ”



Il Prof. Menachem Cohen, noto studioso della Bibbia alla Università Bar-Ilan, ha criticato Witztum e gli altri su due punti fondamentali: 1) ci sono varie altre versioni ebraiche della Genesi per le quali l’analisi di sequenze di caratteri non ha prodotto alcun risultato statisticamente significativo; 2) gli appellativi dati ai grandi di Israele erano incoerenti ed arbitrari. Il professore compie delle buone osservazioni, ma magari questo prova solo che la versione Koren della Genesi è proprio quella giusta, e che gli appellativi rilevati sono quelli più giusti per le personalità importanti nella storia di Israele.

Altri critici, come Brendan McKay, hanno condotto in proprio l’analisi di Guerra e Pace, ottenendo risultati notevolmente differenti da quelli di Witztum et al. Molti comunque hanno fatto poco più che riutilizzare l’analisi sequenziale per individuare nomi, date ed altro in vari libri della Bibbia, il che, come è noto anche al più scarso degli esperti in statistica, non ha assolutamente rilevanza. Ad ogni modo Drosnin sembrava chiedere un controllo di quel tipo quando dichiarò: “Quando i miei critici troveranno un messaggio sull’assassinio di Kennedy criptato in Moby Dick, allora gli crederò.” McKay prontamente tirò fuori un’analisi sequenziale del testo di Moby Dick, predicendo non solo l’attentato a Indira Ghandi, ma anche quelli di Martin Luther King, John F. Kennedy, Abramo Lincoln ed Yitzhak Rabin, assieme alla fine della Principessa Diana. Il matematico David Thomas ha compiuto un’analisi sequenziale del testo della Genesi, trovando le parole code (codice) e bogus (falso) in prossimità reciproca non una, bensì sessanta volte! Quante sarebbero le probabilità di una cosa del genere? Significa dunque che Dio ha criptato nel testo un codice per rivelarci che non vi è alcun codice? Le vie del Signore sono davvero misteriose…
TheTruth
00sabato 10 settembre 2005 16:33
intervista ad un matematico..
Ironbeast
00sabato 10 settembre 2005 18:03
Non mi da molta fiducia comunque...
Boarderman
00sabato 10 settembre 2005 18:18
Il Codice Genesi? E' pseudoscienza

di Tiziana Lanza


intervista a Piergiorgio Odifreddi

Michael Drosnin, giornalista investigativo del Washington Post, ateo e abituato alla ricerca dei fatti, si trova a condividere con il matematico israeliano Eliyahu Rips una sorprendente scoperta: la Bibbia contiene un codice che rivela le sorti dell’umanità. Drosnin, narratore e protagonista del libro “Codice Genesi II Conto alla Rovescia” (Rizzoli), dal tono talmente romanzato da assumere i contorni di una vera e propria fiction, finisce per assomigliare al personaggio di un thriller. Detentore di un verità così lontana dal senso comune, non sa come proporla affinché venga accettata. Ma spetta alla matematica dare sostanza alla tesi centrale del libro. Il Codice esiste e in esso i nomi di Bush, Arafat e Sharon compaiono con “fine dei giorni”, “olocausto atomico” e “5766” anno ebraico per il 2006. Con quali occhi legge questo libro chi conosce bene la matematica? Lo abbiamo chiesto a Piergiorgio Odifreddi che, oltre a insegnare logica matematica nelle università di Torino e di Cornell, è autore di numerosi articoli e libri divulgativi. Nel suo ultimo libro ha portato il “diavolo in cattedra” per spiegare a tutti cosa sia la logica matematica. Per questo non potevamo che rivolgerci a lui, sperando che il risultato non sia quello che si ottiene accostando il diavolo all’acqua santa.

Professor Odifreddi, per il matematico Rips la matematica è sacra e dimostra addirittura l’esistenza di Dio. Lei che ne pensa?



Penso che sia sacra per tutti i matematici, ma in un senso diverso. C’è una lunga tradizione della sacralità della matematica. La setta dei pitagorici credeva che l’essenza dell’universo fosse costituita di numeri, in base anche al famoso motto di Pitagora “tutto è numero”. E per venire ai tempi nostri, Einstein dichiarava di essere religioso ma soltanto nel senso di Spinoza: “Dio, cioè la natura”. In questo senso sì che si può essere religiosi matematicamente. Spesso gli scienziati dicono, e lo ha ribadito anche S. Hawking alla fine del suo libro dal “Big Bang ai Buchi Neri”, che se riusciremo ad avere una teoria del tutto unificata allora riusciremo a leggere la mente di Dio. In questo senso la matematica diventa per l’appunto una fede. Bisogna credere che qualche legge ci sia, altrimenti il lavoro dello scienziato non avrebbe senso. La matematica allora può essere l’espressione di una religiosità, ma di una religiosità laica e razionale.

Quindi in questo senso la matematica non può dimostrare l’esistenza di Dio…



In questo senso la matematica è Dio. Dio è il numero, oppure le leggi della natura. Mentre dimostrare l’esistenza di Dio, nel senso in cui lo intende la teologia, è un tentativo che è già stato fatto senza successo. L’intera scolastica si è dedicata a questa impresa, ma non è un caso che sia fallita. Ci sono stati due diversi tentativi. Quello fatto dalla teologia naturale: le cinque vie di San Tommaso sono tutte prove fisiche. Si guarda il mondo, e poiché ha certe caratteristiche allora si risale all’esistenza di un certo tipo di divinità. Poiché le cose al mondo sono sempre causate, di causa in causa si risale all’indietro, ottenendo un regresso all’infinito che ai tempi di San Tommaso era proibito. E così per fermarlo si arriva alla causa prima. Una dimostrazione poco convincente. Altre dimostrazioni puramente logiche, come la prova ontologica di Sant’Anselmo, costituivano un tentativo più alto, perché dimostravano l’esistenza di Dio in maniera puramente razionale, ma neanche questo ha funzionato perché Kant le ha poi smontate completamente.

Al giornalista Drosnin, ateo e abituato alla ricerca dei fatti, invece la matematica fa nascere il serio sospetto che esista un Dio…



Se non si è professionisti della matematica, è facile fraintendere fatti che magari dal punto di vista matematico sono banali, o per lo meno spiegabili. Faccio un esempio, che non è legato a questo libro, ma che è molto significativo. La moglie del fisico Feynman morì giovane di cancro. Proprio in un libro dove parla di religione, Feynman racconta di essere andato in ospedale e di avere chiesto a che ora fosse morta. E di avere poi notato che l’orologio della stanza si era fermato proprio a quell’ora. Un’altra mente avrebbe dedotto da questo un intervento soprannaturale, oppure una coincidenza significativa, nel senso di Jung. Lui che era un fisico però ha cercato di vederci chiaro ed è venuto a sapere dall’infermiera che quando la moglie è morta, lei non riusciva a vedere bene l’ora e così aveva staccato l’orologio dal muro, e l’aveva poi rimesso a posto. Questo movimento lo aveva evidentemente bloccato, visto che era un vecchio orologio. Ecco come un fatto banale inserito in una situazione emotivamente tesa poteva essere interpretato in maniera mitologico-mistica. Ma Feynman aveva gli strumenti per non farlo.

Anche Newton cercava un codice nella Bibbia…

Newton era un grande pensatore, ma era anche un po’ matto. Quando, all’inizio del Novecento, Keynes trovò le scatole piene dei suoi manoscritti, gli si drizzarono quei pochi capelli che aveva, perché ne scaturiva un Newton che era l’esatto contrario dello scienziato che tutti conoscevano. Quei manoscritti, che ora sono a Gerusalemme, non li volle nessuno. Erano scritti di natura mistica, in parte cabalistica. Qualcuno è stato pubblicato. Incuriosito, ho voluto leggerne uno sull’apocalisse. Newton, che a quei tempi insegnava al Trinity College a Cambridge, dovendo diventare ordinario (a quel tempo voleva dire proprio prendere gli ordini) si mise a studiare la Bibbia. Si rese però conto che non si parlava mai della Trinità: mancava lo Spirito Santo. Trovandosi proprio al Trinity College, se lo tenne per sé, ma cominciò a sospettare che la Bibbia fosse raccontata in modo sbagliato, forse per problemi di traduzione. Quindi studiò l’ebraico e poi si mise a risolvere problemi di tipo matematico. Per esempio, in base agli indizi contenuti nel testo sacro, calcolò la vera forma e le vere dimensioni del tempio di Salomone e le riportò in pianta. Qual era l’idea? Newton lo dice espressamente, nel volume sull’apocalisse. Dio ha fatto due sole opere: una è la Bibbia, l’altra è il libro della natura. Se le ha fatte lo stesso autore, avrà usato gli stessi mezzi. Allora usiamoli anche noi per studiare l’una e l’altro: osservazione e interpretazione razionale.

Quindi non in senso divinatorio…

Non era certamente Newton che lo faceva. Tuttavia, la tradizione di leggere nella Bibbia quello che non c’è è vecchia quanto la Bibbia stessa. Tutto è nato perché sia i greci che gli ebrei non avevano simboli per i numeri. Avevano solo le lettere dell’alfabeto. E così entrambi portarono il proprio alfabeto a 27 lettere. In tal modo le prime nove potevano rappresentare i numeri da 1 a 9. Le seconde nove, le decine e le terze, le centinaia. La Bibbia è allora scritta con parole che sono numeri, anche se tutte le parole sono numeri ma non è vero il contrario. Tutto questo andirivieni fra lettere e numeri è quello che oggi si chiama la Ghematria e ha una tradizione secolare. Nel Codice Genesi non si fa altro che riportare al giorno d’oggi una tradizione antichissima. In più, si usa uno strumento moderno: la crittografia. Si può scrivere un messaggio cifrato scegliendo come significative lettere a intervalli regolari: ogni 2, per esempio. Ci sono infinite possibilità di questo metodo.

Allora basta un testo di lunghezza sufficientemente lungo per ripetere la stessa esperienza che Rips ha fatto con la Bibbia…

Il procedimento è lo stesso di quello dei numeri casuali, nella matematica combinatoria. Si può ottenere una successione infinita di numeri tirati con le monete, e ci saranno molte regolarità. Se si tirano invece le lettere dell’alfabeto si ottengono, a volte, delle sequenze di parole che sono completamente sensate, di qualunque lunghezza. Più il testo è lungo più si avvicina al modello, per cui un testo infinito generato a caso avrebbe dentro qualunque cosa: la Divina Commedia, Moby Dick e così via. La Bibbia non è infinita, però è abbastanza lunga da far saltare fuori ogni tanto frasi sensate. Nel caso di Codice Genesi, non sono frasi che saltano fuori leggendo, per esempio, cinque pagine di seguito di modo che vengano fuori alcune righe di senso compiuto. Sono parole isolate e, a volte, s’incontrano come se fossero dei raggi. Mi sembra una cosa molto cervellotica. Il codice avrebbe più senso se fosse una cosa naturale. Ma scegliendo a piacere le regole puoi fare uscire fuori qualsiasi cosa da un testo sufficientemente lungo, sfruttando tra l’altro il vantaggio che l’ebraico non ha le vocali. Se lo si fa con l’italiano, avendo le vocali si trovano delle parole. Con l’ebraico si trovano soltanto degli schemi. Se per esempio troviamo “pzz”. Che vuol dire? “pozzo”, “pazzo”, “pezzo” “pizza”… dipende dalla vocale che ci metti.

E allora come mai la comunità scientifica ha preso in considerazione la ricerca di Rips e dei collaboratori, pubblicandola sulla rivista americana Statistical Science?

Perché questa è una ricerca interessante dal punto di vista statistico. Ce ne sono diversi di questi studi. Il problema è quello che viene divulgato: le interpretazioni millenaristiche e profetiche. C’è la Bibbia, c’è l’assassinio di Rabin che Drosnin dice di aver saputo prima… Si prendono cose che effettivamente ci sono, ma attribuendo loro significati che non sono veri. Mi vengono in mente gli studenti di Leonardo: “guardate quella macchia sul muro – andava loro ripetendo il maestro – e raccontatemi una storia…” Io credo che la cosa più interessante di questo libro non sia quello che dice che c’è nella Bibbia, ma quello che dice che c’è nella testa dell’autore. Questo ci fa vedere come le persone possono usare una pseudoscienza servendosi degli stessi metodi della scienza ma a fini diversi, per dedurre conseguenze un po’ strane.

Che dire allora delle parole di Einstein usate come frase centrale del libro: “La distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione, per quanto radicata”. Forse non deve stupirci se quello che è per noi presente è codificato in un libro di 3000 anni fa?

Einstein le intendeva in un senso diverso e ben preciso. C’è un libro interessante, “Flatlandia”, che è la storia di un mondo piatto e il tentativo di vedere cosa succederebbe se fossimo degli esseri a due dimensioni. Come potremmo percepire la terza dimensione? La protagonista del romanzo è una sfera, e si fa vedere passando attraverso il mondo a due dimensioni. Si posa sul piano, e cominciamo a vedere un punto. Poi passa dentro, e vediamo un cerchio che è la sezione. Poi continua e il cerchio si allarga fino all’equatore, per poi restringersi e diventare di nuovo un punto. Vediamo una sfera com’è, perché siamo tridimensionali. Ma se fossimo esseri bidimensionali la vedremmo così come è descritta in “Flatlandia”. Allora, se noi siamo esseri tridimensionali, quali siamo, mentre il mondo è a quattro dimensioni, come facciamo a vederlo? Dobbiamo fare sezioni di questo mondo e poi metterle insieme. Metterle insieme è quello che si chiama tempo. Per Einstein il tempo non era altro che il trucco inventato dagli esseri a tre dimensioni per percepire un mondo che ne ha quattro. Quindi le cose non accadono, non succede niente. Non è che Einstein dicesse: poiché non c’è distinzione fra futuro e passato, allora noi possiamo nel passato prevedere il futuro. Non ha senso, perché per Einstein non c’erano né l’uno né l’altro.

E’ proprio necessario dimostrare se questo libro sia o no una bufala?

No… ma potrebbero esserci persone che ci credono. Ci sono tutti gli ingredienti: Bibbia, matematica, profezie. Fa parte di una certa cultura e così sui giornali e in televisione se ne è parlato. Ma certo non è scienza, nonostante il fatto che usi strumenti scientifici come la casualità e gli studi statistici. In fondo, non è tanto diverso da leggere i fondi del caffè. L’approccio è uguale, anche se più alto in due sensi. Invece di leggere i fondi, si legge la Bibbia. E poi per il suo aspetto di razionalità. Anche gli astrologi lo fanno. Partono dall’astronomia, ma usano nozioni in una maniera che non è scientifica. In più qui c’è la Bibbia, che per i credenti è la parola di Dio. Se però si crede nella Bibbia è inutile ricorrere alla matematica…

Nel Codice Genesi si legge che, soltanto quando prenderemo veramente coscienza che l’unica vera alternativa alla pace è la distruzione totale, allora si potrà parlare di pace. Lei crede alla minaccia del terrorismo internazionale?

Io so solo che nel secolo scorso sono morte dai 150 ai 180 milioni di persone, per vari motivi: guerre, genocidi, campi di concentramento… Sembra una cosa enorme. Facciamo però una piccola riflessione, visto che siamo matematici. Quanti siamo? Sei miliardi. I morti del secolo scorso rappresentano dunque un quarantesimo della popolazione mondiale. Nel 1500 solo le conquiste spagnole e portoghesi hanno ammazzato dagli 80 ai 100 milioni di persone, ovvero un quinto della popolazione mondiale dell’epoca, che era di 450 milioni di persone. Il terrorismo nella sua intera storia ha fatto 15000 morti. Quindi no. Io non credo alla minaccia del terrorismo. Ma non credo neanche al pacifismo, perché so bene che il potere si prende e si conserva in maniera militare. Chi si dichiara pacifista deve accettare la possibilità di non prendere il potere, se lo vuole, e di perderlo, se ce l’ha. Il Dalai Lama lo ha detto chiaramente: noi tibetani siamo così pacifisti che abbiamo perso il nostro paese.


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