Legge Drepanica: revisione del primo giorno del settimo mese dell'anno milleundici.

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Tyzio
00venerdì 1 luglio 2011 13:43

Nuova legge Drepanica

A cura di Tyzio Augusto
scritta il sesto giorno del quinto mese dell’anno milleundici per conto del Barone Eskel Septim
terza revisione scritta il primo giorno del settimo mese dell’anno milleundici

 

Premessa

Questa legge non tutela in alcun modo aberrazioni, non morti o demoni di vario tipo.
Qualunque cosa non sia ancora contemplata in questo scritto, può essere gestita autonomamente dai nobili del luogo.

Parte I: Diritti della persona

Ogni singola persona, dall’umile contadino al più potente capogilda, gode dei seguenti diritti inalienabili:

 

-          DIRITTO ALLA VITA:  Assassinare, ovvero privare della propria vita un individuo costituisce reato di omicidio.
La pena per l’omicidio va dai 5 anni di carcere all’incarcerazione a vita, a seconda della gravità dei fatti, delle motivazioni e del numero di persone assassinate. Se l’omicidio è involontario, la pena è dimezzata.
Un omicidio scampato, sia esso per errore, per ripensamenti o per tempestivo intervento di terzi, è comunque un tentato omicidio.
Il tentato omicidio è punito con la reclusione da 3 mesi a 2 anni.
Chiunque abbia aiutato, in qualunque modo volontario l’assassino, compie reato di concorso in omicidio.
Per il concorso in omicidio è prevista una pena che va da 1 mese a 1 anno di carcere.
Avere capacità curative  e negare il soccorso ad un moribondo costituisce reato di Omissione di soccorso.
L’omissione di soccorso è punita da 15 giorni a 5 mesi di carcere, a seconda della gravità dei fatti.


-          DIRITTO ALL’INCOLUMITA’: Colpire, utilizzare un incantesimo offensivo, o comunque danneggiare in qualunque altra maniera un individuo, causandogli danni che rendono necessarie delle cure, costituisce reato di aggressione.
La pena per l’aggressione va da 1 settimana a 1 anno di detenzione, a seconda delle conseguenze sulla vittima e della motivazione della violenza. Non costituisce reato di violenza difendersi da un attacco, o attaccare qualcuno che effettua resistenza ad un legale arresto da parte delle autorità.

-          DIRITTO ALLA DIGNITA’: Screditare in giro altre persone, dichiarando il falso, è reato di diffamazione.
La diffamazione è punita con un’ammenda che va dai 2 copper ai 5 argenti, oppure con l’incarcerazione da 3 giorni a 2 mesi.

-          DIRITTO ALLA LIBERTA’: Chiunque costringa un individuo in una posizione o in un luogo contro la sua volontà (ad eccezione della legittima incarcerazione applicata dalla legge), compie reato di sequestro di persona.
Il sequestro di persona è punito con un’ammenda che va dai 5 copper a 1 oro, oppure con l’incarcerazione da 1 settimana a 6 mesi.

-          DIRITTO DI POSSESSIONE: Prendere senza l’autorizzazione un oggetto di proprietà di qualcun altro costituisce un reato di furto.
Il furto è punito con un’ammenda pari al valore approssimativo degli oggetti rubati, o con un periodo di incarcerazione dai 3 giorni ai 2 mesi.

-          DIRITTO DI CULTO: A Drepania ognuno è libero di professare il culto che più gli aggrada, a meno che questo culto non violi la legge nei suoi precetti, quindi niente sacrifici umani, violenza di alcun genere, ecc.. Professare un culto i cui precetti vanno contro questa legge è reato di oscurismo.
L’oscurismo è punito con il carcere da 2 mesi a 3 anni.

Parte II: Altri reati

Mentire durante un processo è un falso in atti ufficiali.

Il falso in atti ufficiali è punito con un’ammenda dai 2 copper a 1 moneta d’oro, o con la reclusione da 1 giorno a 4 mesi.

 

Liberare un prigioniero senza autorizzazione dovuta a un legittimo motivo, sia esso durante il periodo di incarcerazione o durante l’accompagnamento nelle carceri e accettare soldi per modificare lo svolgimento di atti ufficiali sono reati di corruzione.

La corruzione è punita con la reclusione da 2 mesi a 1 anno, o con un’ammenda che va dai 5 argenti ai 5 ori.

 

Andare contro gli interessi di Drepania e della sua popolazione, patteggiando con un nemico o in qualunque altro modo, è considerato tradimento.

Il tradimento è punito con il carcere da 2 anni a tutta la vita.

 

Interferire durante un processo, ovvero non rispettare le modalità di svolgimento di quest’ultimo, anche dopo richiamo del giudice, è considerata interruzione di atto pubblico.

La pena per interruzione di atto pubblico è un’ammenda dai 5 copper ai 5 argenti.

 

 

Parte III: Rapporti con l’estero

Qualunque territorio al di fuori dei confini di Drepania, è considerato Stato estero.

Se un drepanico si trova in uno Stato estero provvisto di una propria legge, il cittadino Drepanico sarà soggetto a quest’ultima invece che alla legge Drepanica.

Uno straniero che si trova a Drepania, è soggetto alla legge Drepanica a tutti gli effetti.

Se un cittadino drepanico dovesse essere maltrattato o addirittura assassinato in territorio estero, Drepania pretenderà giustizia e soddisfazione dalle autorità del luogo.

 

 

 

 

 

Parte IV: Giurisdizione, applicazione delle pene e incarichi


 

 

LINEA DI SUCCESSIONE

Qualora la carica nobiliare più alta dovesse venire a mancare per un qualsiasi motivo, sia esso anche una rinuncia di quest’ultimo, il parente più vicino ne prenderebbe il posto. In caso di mancanza di parenti, di irreperibilità o di rifiuto, il successore sarà il nobile di grado più alto.


 

LEGGE

L’unica legge in vigore a Drepania è questa. Nessun’altra legge può influire con le faccende del territorio.

Questa legge non è retroattiva, ovvero non interferisce con i reati e le sentenze emesse prima della pubblicazione della stessa.


 

ASSEGNAZIONE E APPLICAZIONE DELLE PENE

Le pene vengono assegnate dal giudice dopo un regolare processo.

Il giudice è la persona incaricata di portare avanti il processo ed emettere una sentenza in maniera imparziale. Quest’ultimo è eletto dal barone, che, qualora fosse necessario, può revocargli la carica in qualunque momento.

Qualora non esistesse momentaneamente un giudice in carica, il processo può essere gestito da uno dei nobili della zona. 

Per quanto riguarda l’inquisizione, per inquisire qualcuno bisognerà prima parlare con il nobile di grado più alto presente nel territorio, e solo con il suo permesso e alle sue condizioni, si potrà procedere.

 DENUNCIA

Qualunque cittadino può denunciare un reato in tribunale. Se la denuncia è credibile e valida, il giudice si occuperà di indire un regolare processo.

 

INCARCERAZIONE PREVENTIVA

Se, durante un raduno, un incaricato della giustizia (un nobile, un giudice o un cavaliere) coglie qualcuno in flagranza di reato, può decidere, a seconda della gravità del reato, di incarcerarlo preventivamente, in attesa della sentenza.

 

PROCESSO

Il processo si svolgerà secondo una procedura specifica:

1.      Il giudice, pubblica l’accusa nel tribunale, indicando ovviamente l’accusato, il reato in merito e l’accusatore (colui che effettua la denuncia), poi, chiama l’accusato a testimoniare la propria versione, ed eventualmente a difendersi.

2.      L’accusato pubblica la propria versione ed eventuale difesa. Il giudice chiama i testimoni a parlare, ciascuno una volta sola. I testimoni devono solamente dare la propria versione e spiegare perché secondo loro l’imputato è colpevole o innocente. Nessuno dovrà rispondere a nessun testimone, al momento.

3.      I testimoni pubblicano la loro versione dei fatti ed eventuali prove. Il giudice chiama l’accusato a difendersi dalle eventuali accuse.

4.      A questo punto il giudice inizierà ad esaminare i vari elementi a sua disposizione e darà inizio al dibattito. A questo punto, per 2 giorni, tutti avranno diritto a discutere sulla colpevolezza o innocenza dell’imputato, con qualunque elemento essi abbiano a disposizione.

5.      Trascorso il secondo giorno di dibattito, il giudice lo interrompe ed emette la sentenza, motivandola.

 

RICORSO

Qualora un cittadino drepanico non fosse d’accordo con la sentenza, potrà accedere al ricorso versando la modica somma di 5 copper. A questo punto il giudice, insieme al barone, rivaluteranno interamente il caso, tenendo conto delle motivazioni del ricorso, ed emetteranno una nuova sentenza.

 

DETENZIONE E AMMENDE

Una volta decisa la sentenza, se l’accusato non è stato assolto, dovrà consegnarsi e lasciarsi portare nelle carceri, nel caso in cui la sentenza preveda la detenzione, o consegnare le monete a uno dei nobili del posto, nel caso in cui la sentenza preveda un’ammenda. Qualora la sentenza dovesse prevedere entrambe le alternative, sarà l’accusato stesso a dover scegliere come scontare il suo debito con la legge.

Le ammende possono essere pagate anche in varie soluzioni, ma entro due mesi.

 

RESISTENZA ALL’ARRESTO

Nel caso in cui il reo dovesse resistere all’arresto, sarà reso inerme e portato in prigione con la forza. La resistenza all’arresto aggrava la sentenza, in base ai danni che quest’ultima ha causato e allo sforzo richiesto.

 

MANCATO PAGAMENTO DELLE AMMENDE

Alla scadenza del termine utile per il pagamento dell’ammenda, il reo verrà assegnato dai nobili del posto a dei lavori socialmente utili, fino al recupero della somma.

 

WILL

La taverna del boccale e la scodella, in quanto terra dei will Drepanici, è tutelata da questa legge.

(-Vittoria-)
00venerdì 1 luglio 2011 14:20
Questa legge mi sembra migliore della precedente. Tuttavia devo dissentire ancora sulle modalità di svolgimento dei processi, ma questo lo sapevate già.
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