Il Muhnochwa: terrore in India

Il Muhnochwa: terrore in India


Di Federico Dezi

Il mitico Muhnochwa, mostro dalle fattezze scimmiesche e gli artigli affilati torna a colpire l’India. Due vittime nell’ultima settimana, a quanto riferiscono alcune fonti, anche se è difficile trovare conferme dal paese più spirituale, ma anche più superstizioso del pianeta. Causa l’alta temperatura, in India le persone sono abituate a cercar refrigerio in posti all’aria aperta e spesso il tetto è il luogo più fresco della casa. Il popolo ritiene che l’aggressiva creatura scelga le proprie vittime proprio tra coloro che riposano all’aperto, senza alcuna difesa e lontani da occhi indiscreti. Le due vittime del terrificante predatore sarebbero morte buttandosi dal tetto per cercare la fuga. La prima, una ragazza di 21 anni, si chiamava Suman ed era incinta; l’altra vittima, ancora una donna, aveva 25 anni. Il Muhnochwa -tradotto letteralmente “Mostro che artiglia il volto”- non ha ancora un identikit preciso, in quanto i vari testimoni sopravvissuti ai suoi agguati lo descrivono in modi diversi. C’è chi afferma di essere stato assalito da un essere venuto dalla spazio, dotato di due grandi artigli e molto luminoso; chi da una specie di insetto meccanico, con due luci sull’addome; chi da un vero e proprio uomo-scimmia. Alcuni testimoni affermano che si tratta di un “travestito” con pattini a rotelle e un casco di protezione sul capo! I due artigli letali sono la costante nei racconti dei testimoni. Insomma, nella regione popolosissima di Uttar Pradesh si vive tra superstizione e apprensione. Le dicerie sono tante: si mormora addirittura che alcuni uomini siano stati scambiati per il mostro e uccisi, in un caso dalle forze dell’ordine. Fantasie popolari? Alcune fonti assicurano che il governo indiano ha chiesto aiuto ai servizi segreti e che la polizia si è messa più volte alla ricerca del mostro nei boschi in prossimità dei luoghi dove è stata segnalata la sua presenza. Il primo avvistamento del mostro è avvenuto a Ghazibad, località situata a pochi km dalla capitale Nuova Delhi. Questa, infatti, non la prima apparizione del Muhnochwa. Si parla della misteriosa creatura anche nella cittadina di Bihar, dove è descritto come un grande uomo-scimmia. Si dice che anche lì abbia seminato vittime e terrore, sempre con i suoi artigli acuminati come pugnali. I medici che hanno curato le vitime sopravvissute assicurano che i feriti si sono provocati da soli tagli ed escoriazioni fuggendo nei boschi in preda al panico. La leggenda del mostro, però, non accenna ad essere ridimensionata. Le autorità ridono, quando si parla del mostro: “Sono solo favole,” dicono. Alcuni poliziotti, tuttavia, hanno dichiarato alla stampa che potrebbe trattarsi di esseri venuti dallo spazio, pericolosi insetti di una specie sconosciuta o mutazioni genetiche realizzate a fini bellici. Il popolino pensa decisamente a creature extraterrestri o a spiriti malvagi. L’ufologo Roberto Malini ritiene che le visioni dell’essere e il panico che prende le “vittime” nascano in realtà dal timor sacro verso Hanuman (o Hanumat), la scimmia divina il cui nome significa “dalle grandi mascelle”, che nel Ramayana aiutò Sita saltando l’oceano e incendiando Lanka. Figlio di Vayu, il dio del vento, Hanuman è il re delle scimmie guerriere del regno di Sugriva. Può volare, catturare le nubi, sollevare montagne. Essere gigantesco, ha il pelo giallo e il muso rosso. La sua voce rimbomba come il tuono e terrorizza gli esseri umani. Il popolo indiano lo invoca quale protettore degli atleti e di coloro che attraversano a piedi luoghi selvaggi e pericolosi. Poiché protegge il nostro pianeta dai raggi mortali che vengono dal cosmo –dice Malini- è associato alle stelle e ai pianeti lontani. Le sue caratteristiche spiegano il panico che suscita nei cuori degli uomini e il fatto che venga definito come una creatura extraterrestre. Non è improbabile che gli incidenti occorsi recentemente nell’Uttar Pradesh siano stati provocati dal terrore scomposto che gli indiani ritengono provenire dalla terribile creatura divina.